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Manifesto

Il gruppo di lavoro Officina 900 si propone di agevolare un confronto ed una riflessione critica sul Novecento, favorendo l’emergere di dibattiti, riflessioni seminariali e approfondimenti aperti a tutta la cittadinanza (ed in primis al mondo della scuola), volti alla costruzione di una memoria storica, letteraria ed artistica del Novecento.

Nel celebre saggio Il secolo breve, Eric Hobsbawm scrive:

La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono.

Eric HobsbawmIl secolo breve, Milano, Rizzoli, 1995, p. 14

Il problema sollevato da Hobsbawm negli anni Novanta del Novecento, nel corso degli ultimi decenni, si è ulteriormente aggravato al punto che Adriano Prosperi ha recentemente parlato di una «malattia sociale incombente su di noi: quella della memoria»:

Inevitabile pensare per analogia alla patologia individuale dell’Alzheimer. Ma mentre questa suscita angoscia al solo evocarla, l’offuscarsi della coscienza e della conoscenza storica nella società sembra passare quasi inavvertito. Eppure è un fenomeno diffuso in molti ambienti e in diverse fasce sociali, minaccia specialmente le nuove generazioni e il mondo della scuola e devasta quello della politica.

Adriano ProsperiUn tempo senza storia. La distruzione del passato, Torino, Einaudi, 2021, p. 5.

Ad essere particolarmente esposto alla “malattia della memoria” è il secolo appena trascorso, l’indagine del quale ha implicato, fino a non molto tempo fa, il difficile confronto con la contemporaneità, se non (almeno parzialmente) con la più stretta attualità. Ancor più precario risulta lo studio del Novecento a scuola, laddove nell’ultimo anno delle superiori si riesce ad affrontare solo una porzione minoritaria della storia e della cultura novecentesca, lasciando così scoperta quella parte di memoria collettiva più direttamente implicata con la comprensione del nostro presente e con la costruzione del nostro futuro. Il «Problema della diffusa ignoranza e di false idee su eventi del passato» genera, infatti, secondo Prosperi, anche una «malattia della speranza».

Se l’avanzare del nuovo millennio parrebbe avere consentito l’acquisizione di quella distanza prospettica necessaria per una rilettura del secolo appena trascorso, numerosi tuttavia sono gli aspetti che attendono una ricognizione sistematica e trasversale, a partire, ad esempio, dalla costruzione di una storicizzazione e periodizzazione condivisa tra le varie discipline sino ad una riflessione sui paradigmi trasversali alle diverse arti, dall’indagine sulla specificità novecentesca degli apparati industriali della produzione culturale sino ad una verifica metodologica, teorica e concettuale del sistema culturale novecentesco, ovvero una discussione critica di quali tra gli strumenti di indagine e di comprensione del mondo avanzati nel corso del Novecento siano ancora oggi efficaci, e quali invece vadano aggiornati o ricodificati.

“Il possibile si colloca più in alto dell'attuale”

Martin HeideggerEssere e Tempo, 7
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